Alto, basso e Balasso: raffinato e popolare all’Arena del Sole

di Chiara Mignani (Gazzetta di Parma – 08/12/2014)

Trascinante ed esilarante, Natalino Balasso ha squadernato con incredibile energia il suo repertorio “storico” nello spettacolo “Stand Up Balasso”, sabato sera all’Arena del Sole di Roccabianca. Insieme raffinato e popolaresco, capace di catturare l’immaginazione, ricco di riferimenti letterari preziosi (Omero, Ruzante, Luigi Meneghello) e senza paura di mescolare alto e basso, di scompaginare e giocare con i registri del racconto, in sintesi: Balasso è un grande narratore. Formidabile è la lingua usata dal comico, la sua cadenza e il suo lessico sghembo, un grammelot che nasce nel nord est, una lingua un po’ da infanzia, decisamente spassosa ma anche tenera, perfetta per raccontare storie.
Possono essere grandi storie come i racconti omerici, che il comico rivisita con una contaminazione felice, senza mai scadere nel didascalico o nella banalità; nella sua versione l’Odissea “scomincia”, Polifemo è “imbraco come una scimia” e Ulisse quando finalmente torna ad Itaca fatica a riconoscerla “perché hanno costruito tante nuove rotonde”.
Possono essere piccole storie come il racconto del ménage famigliare (ed alcolico) del Torbolo e di sua moglie Marisa, vite marginali che danno forma ad un’epopea ruspante del nord est.
Ma tutte, grandi e piccole, arrivano con forza al pubblico, sono animate dalla passione e dall’intelligenza del narratore, che la rafforza con una straordinaria mimica e una sapiente gestualità. Impagabile è la lezione sul “pavano” (dialetto padovano) dell’interno: “una lingua così difficile che anche i padovani quando si parlano tra loro non si capiscono”.
Irresistibile l’incursione nell’archeologia onirica con il pezzo “il somaro dei sumeri”: uno scioglilingua vertiginoso e virtuosistico. Il teatro era tutto esaurito, tanti gli applausi a scena aperta, il pubblico è stato completamente conquistato dalla travolgente performance di Balasso, lunghissimi gli applausi finali.