La Cativissima, risate amare e applausi. In forma il Balasso assessore ai…schei

Teatro esaurito ad Arzignano per la prima data della stagione di prosa invernale Il nuovo spettacolo di cui l’attore firma anche la regia racconta la scalata al potere di un sindaco di provincia di Luisa Nicoli (Il Giornale di Vicenza * 15/11/2015) ARZIGNANO Teatro esaurito e applausi al Mattarello di …

Balasso, il “cattivissimo” del teatro popolare «Non è tempo di buoni»

di Giuseppe Barbanti (La Nuova di Venezia – 27/10/2015) VENEZIA Un Natalino Balasso veramente a briglia sciolta, ha presentato ieri al Teatro Goldoni il suo primo spettacolo interpretato, scritto e diretto per un teatro pubblico, “La Cativissima. Epopea di Toni Sartana”. Una produzione del Teatro Stabile del Veneto che domani …

Balasso e il Veneto sopra le righe

“La cativissima-epopea di Toni Sartana” entusiasma il Goldoni di Venezia. Nella commedia dalle risate amare, l’attore polesano riflette sulle contraddizioni del Nordest

(Corriere del Veneto * 02/11/2015)

La cativissima -epopea di Toni Sartana” ha entusiasmato il teatro Goldoni di Venezia da mercoledì a domenica. Sei attori di grande talento (Francesca Botti, Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan e Stefano Scandaletti) capitanati da Natalino Balasso hanno presentato il nuovo testo dell’attore veneto. Balasso inventa un mondo sopra le righe che denuncia con ferocia le contraddizioni sociopolitiche ed economiche di una regione un tempo definita la locomotiva d’Italia, un mondo governato da “schei” da arraffare, quello del ricco nord-est che poi si fa universale. “Trasferiscimi i soldi delle tasse nel mio conto personale” “ma ci vogliono quattro firme” “ecco cosa blocca l’Italia: la burocrazia”: in uno scambio tra i personaggi che ruotano attorno a Sartana il senso della commedia intrisa di risate amare. Un clima di fantapolitica, di vizi, tradimenti e arroganza, falso, a tratti grottesco. “Posso impegnarmi a dire -scrive Balasso- che questa sarà una commedia molto divertente intrisa di una comicità che non ritengo spocchioso definire tipicamente mia mista a tratti di amaro e ineluttabile. Ho voluto curare anche la regia di questa commedia perché per una volta credo di avere identificato un percorso che somiglia molto a quello che cerco che sia il mio teatro: popolare innanzitutto, perché sono dell’idea che se vogliamo che a teatro ci vadano tutti dobbiamo anche riuscire a parlare a tutti, ma cercando di non essere mai scontato”. Obiettivo raggiunto.

DOSSIER/TEATRO COMICO

HYSTRIO 4/2015
DOSSIER/TEATRO COMICO
Abbiamo proposto a chi lavora e gioca con il comico a teatro di scegliere una parola-chiave sul tema e di scrivere una breve riflessione. Ne è nato un piccolo glossario sui meccanismi della risata.
a cura di Claudia Cannella, Maddalena Giovannelli, Martina Treu

HYSTRIO trimestrale di teatro e spettacolo

PARODIA
di Natalino Balasso
La parodia non nasce come meccanismo comico. Il comico se ne è impadronito. La parodia nasce come gioco musicale, quella cosa che tutti alle medie abbiamo più o meno sperimentato: cambiare il testo a una canzone, mantenendone la metrica e l’aria musicale. Raramente la parodia ha regole strette, ma è sempre un materiale originale rimaneggiato. Nel suo senso intimo non è che il meccanismo che Freud chiama “spostamento di campo”: prendo una frase, una canzone, un personaggio, una vicenda e lo inserisco in una nuova cornice. Se poi l’originale è drammatico, la riuscita comica della parodia ha grande efficacia. La parodia in sé non è una tecnica alta e nemmeno bassa, anche se oggi viene considerata una forma comica di minor valore. In realtà le sfumature sono moltissime: è parodia il meccanismo con cui Woody Allen realizza finti documentari, con tecnica sopraffina, in certi film come Zelig o Prendi i soldi e scappa, ed è parodia quando il cinepanettone racconta i viaggi nel tempo o il B-movie americano fa il verso ai film famosi.
Ormai i significati originari sono stati stravolti, basti pensare che il dizionario Treccani, oltre al significato classico di parodia, dà anche quello di imitazione caricaturale di personaggi celebri. Del resto viviamo in un’era post naturalistica, in cui i prodotti dell’arte scenica devono essere credibili, realistici, probabili, tutto è diluito in modo che il meccanismo non traspaia e tutto sembri naturale. Quando un comico in tv imita un personaggio politico, e di solito è truccato in modo da assomigliare molto a quel personaggio, realizza un’imitazione. E magari il suo personaggio fa un discorso politico nella cucina di casa sua e parla ai familiari come fossero il pubblico che gremisce una piazza, quindi è anche una parodia. E magari in quel discorso l’autore lascia trasparire una propria tesi ideologica di rovesciamento del potere, quindi fa anche satira. Ma, se ci pensiamo, altri meccanismi come la satira appunto – che è diventata livore senza gioia e ha perso la sua connotazione di “festa” – hanno smarrito molti dei tratti che li caratterizzavano anticamente. Sono diventati altro, come sempre accade alle cose in cui intervengono il linguaggio e le parole.