Recensioni di Ercole in Polesine

L’Eco di Bergamo – 22 febbraio 2010
Sala piena e grandi consensi per lo spettacolo del comico veneto a Nembro

di Andrea Frambrosi
Natalino Balasso batte Sanremo (inteso come Festival), facendo registrare, con il suo spettacolo Ercole in Polesine, il tutto esaurito al “San Filippo Neri” di Nembro. Mentre mezza Italia sembra, secondo i dati degli ascolti, incollata al piccolo schermo, un comico riempie una sala di quella che la sociologia definirebbe la profonda provincia italiana. Wow, ci siamo detti: ma allora, là fuori c’è ancora qualcuno che pensa! In realtà crediamo che il successo dell’altra sera abbia radici lontante. Intanto nella simpatia dell’interprete: avere Natalino Balasso sul palco è garanzia di ascoltare un personaggio simpatico e intelligente e non certo un comico a perdere.
E poi il lavoro in profondità, spesso oscuro sempre faticoso, quasi mai gratificante in termini economici, dei ragazzi che con Giovanni Bulgarelli che ne è un po’ il deus ex machina (per restare ai greci), organizzano da anni la rassegna di “Palcoscenico” a Nembro, ha contribuito a forgiare un pubblico che come è accaduto sabato, preferisce il teatro al Festival di Sanaremo. E ha fatto bene. Perché Natalino Balasso è stato veramente “mitico”. Anche quando smitizza. Proprio sul gioco della lingua, sul “logos”, sulla ricerca di una sua “verità” si basa lo spettacolo. Nebbia in val padana dicevano Cochi e Renato: la nebbia non sale più agli “irti colli” della celebre poesia ma stagna e ristagna e nella nebbia nascono storie: come quella della “tosa e dello storione” di un vecchio spettacolo di Balasso (a Nembro la scorsa stagione) o come quella di questi Miti: storie di Dei ed Eroi anche loro impantanati –come gli Argonauti- nelle nebbie del delta del Po. Efesto, Ulisse, Era (che allora si chiamava “E’”, chiosa da par suo Balasso), perfino Atalanta che anche i tifosi della curva sanno essere una dea, entrano ed escono dallo spettacolo di Balasso, come consumati attori dalle quinte di un immaginario teatro. Natalino Balasso per due ore e mezza racconta, passando con nonchalance dal passato al presente, in uno spettacolo che sfiora l’assurdo, gioca intelligentemente con la Storia e stordisce con la sua erudizione e la sua comicità. La parlata strascicata, la battura sempre pronta, la cadenza veneta che ammorbidisce la dizione, uniti alla simpatia e alla bravura dell’interprete sono stati gli ingredienti di una bella serata di teatro in compagnia dei Miti greci. Bisognava esserci: non c’è stato un momento in cui il pubblico non abbia riso, gli applausi a scena aperta hanno costellato tutta la performance, gli spettatori hanno seguito, per quasi due ore e mezza, uno spettacolo che, sotto la facciata della comicità, è tutt’altro che semplice anche solo per il fatto di affrontare argomenti e personaggi che molti di noi ricordavano solo vagamente dai tempi della scuola. Se un merito va ascritto all’operazione di Balasso è proprio aver riaperto un libro per molti chiuso e impolverato.