LA PRIMA

Risate e applausi per “Delusionist”, nuovo spettacolo scritto dal duo
Una pièce ironica e irriverente che prende di mira vizi e manie della società

di Giuseppe Barbanti (La Nuova Venezia – 06/11/2017)

La squillante voce di Marta Dalla Via risuona già in sala al Goldoni di Venezia prima dell’inizio della prima nazionale di “Delusionist”, lo spettacolo di cui è autrice e interprete assieme a Natalino Balasso, con un tanto perentorio quanto insolito annuncio di zittire i cellulari. Che siano anche loro (ridicolizzati dalle dimensioni abnormi dell’unico di cui fanno uso in scena) fra gli strumenti di una invasiva società dei consumi, lo scopriremo nelle ultime battute dello spettacolo quando, dopo un lungo percorso, si sfiorerà il tema del terrorismo, confrontando le possibili fonti di pericolo evocate dai media con le insidie che potrebbe invece nascondere il portatile che siamo abituati a considerare amico.
Ad aprire la serata è, nelle vesti di foglio sala parlante, proprio la veramente duttile Marta Dalla Via che introduce alla trama dopo una breve e condivisibile dissertazione in un italiano venato dal dialetto su cosa dovrebbe essere il teatro. Sul palco una storia inverosimile con al centro un imprenditore così digiuno di inglese da equivocare sul nome del prodotto (“The illusionist”) pronunciato “Delusionist” e ovviamente così trascritto e stampato), un “coadiuvante dello stato di veglia” che dovrebbe permettere a chi non vuole perdere tempo dormendo di stare sveglio per giorni.
Intorno a “Delusionist” e alle declamate strategie per la sua promozione pubblicitaria ruota la dimensione più diretta e di immediata godibilità di uno spettacolo, i cui attori, dopo aver indossato rispettivamente i panni dell’imprenditore, certamente “poco sveglio”, e della lucidissima segretaria, si fanno chiamare in scena dai loro personaggi: e così la segretaria Gioia chiama a dissertare di marketing una pimpante Marta Dalla Via che non trova di meglio che approfittare della conoscenza che ha di Natalino Balasso per chiedergli di fare il testimonial del prodotto. Così fra “naming”, “brainstorming” e “storytelling”, nonché con il tormentone della voce fuori campo che evoca Marshall McLuhan (“il medium è il messaggio”), matura l’idea di un talent in cui vince, facile indovinarlo, chi dorme meno.
Si assiste così alla sfilata dei partecipanti al talent, ovviamente impersonati dalla coppia Balasso-Dalla Via, bravissimi specie quest’ultima a vestire e svestire i panni di una varia umanità. Ma perplessità e dubbi allignano nella “diabolica” coppia: se ne fa portavoce Natalino Balasso che fa seriamente un “pistolotto” (così provocatoriamente definito da Dalla Via) in cui fra l’altro adombra la natura anticapitalistica del sonno, che consentendoci di sognare è la sola dimensione del nostro esistere che ci permette, appunto, di sottrarci alle lusinghe del capitalismo. Affermazioni forti, ben presto stemperate dal clima di uno spettacolo, in cui al di là del virtuosismo dei due interpreti veramente ben assortiti, non c’è nulla di serio o di faceto che prima o poi non venga rimesso in discussione.
L’abilità di questo nuovo “duo” della scena veneta (“Delusionist” sarà a dicembre a Milano) sta proprio, come ricordava Dalla Via all’inizio, nell’aver presente che a teatro può capitare che “quello che si vede non c’è e quello che c’è non è veramente quello che sembra”. Non è stato il caso di “Delusionist”, in cui nonostante i contenuti impegnativi, si è riso di gusto e ancor più calorosamente applaudito. Lo spettacolo sarà a Camponogara domani, a Portogruaro mercoledì, a Mirano il 9, a Vicenza il 10 e l’11, a Conegliano il 14 e a Padova il 14 e 15 dicembre.