Gazzettino di Pordenone 21 Ottobre 2007
Ercole in Polesine di e con Natalino Balasso
di: Dejan Bozovic

Che un bagaglio culturale, per coloro che sanno farsene carico senza renderlo necessariamente pesante a se stessi e agli altri, possa essere, tra tante cose, un’inesauribile fonte di divertimento, dai livelli più lievi ed effervescenti a quegli impegnativi, lo prova autorevolmente anche Natalino Balasso. Da quattro anni ormai, il suo “Ercole in Polesine, ovvero: il mito greco tra i fumi della Valpadana” – di cui egli è autore, interprete e regista – riscuote i successi, e a giudicare dall’ilarità che durante lo spettacolo ha pervaso il Politeama Rossetti, nemmeno il pubblico triestino ha saputo resistere alla pacifica conquista del comico veneto. Si ride, infatti, dall’inizio alla fine (e per alcuni spettatori questo vale nel senso letterale della frase), anche se la tensione comica, soprattutto nella parte centrale, sa allentarsi e non tutte le battute sortiscono l’esito annunciato dalla loro preparazione.Balasso, però, è un abile “manipolatore”, sente il polso della platea, agisce velocemente, accelerando il ritmo, sorvolando un filo per aggiungere qualcosa a un altro, e un’ora e mezzo passa velocemente. Naturalmente, la mitologia, seppure usata con una certa filologia basilare (nonostante qualche imprecisione, come il transfer di alcuni attributi di Gea a Era), è il pretesto per gli acutamente intrecciati flussi di comicità, a cui la spigliatezza scenica del mattatore conferisce un valore aggiunto, anche quando si sfiora un luogo comune o un raggiro linguistico di presa facile. Chi ne fosse a digiuno, potrebbe anche imparare qualcosa sui miti riguardanti gli antichi dei ed eroi, ma Balasso forse non pretende tanto: vuole far ridere e, magari, riflettere un po’ sui tempo nostri, ma senza malinconia, per dirla con la canzoncina di Bixio, e ci riesce pienamente.