DIVERTIAMO A TEATRO. Al Nuovo gran successo per la pièce umoristica e impertinente. E oggi alle 16 si replica

Il comico è un ciclone supportato da una bravissima Marta Dalla Via. Insieme, smascherano il problema della crescita economica: dormire

di Simone Azzoni (L’Arena * 10/02/2019)

Ancora Nord Est, ancora la media imprenditoria e la produttività a tutti i costi, gonfiata e dopata fino ad esplodere in tutta la sua ignoranza becera. L’osservatorio di Natalino Balasso sulle contraddizioni italiche affonda le sue radici nella terra delle illusioni o delle disillusioni. Stessa confusione di Delusionist, pillola da superuomo, prodotto per stare svegli 24h, che l’industriale Vito Cosmaj e la segretaria Marta Dalla Via vorrebbero mettere sul mercato per aumentare la performance lavorative. Tra The Illusonist – il nome che doveva avere la pastiglia – e il refuso Delusioni che dà il titolo al lavoro visto al teatro Nuovo, ci passa la voragine in cui è precipitata una società semplice e genuina.
Il motore del mondo non è cambiato, ma la posto dei “schei” c’è il marketing, i social, e altri trucchi del copy che hanno mascherato quello che un tempo semplicemente era il consumismo capitalista. Delusionist è una voragine nera da Carroll in cui precipitano le ipocrisie del linguaggio e della borghesia che non sa più dire “pane al pane e vino al vino”.
La trama è sufficientemente semplice per essere un bizzarro canovaccio su cui innestare lezioni di arte contemporanea, semiotica e marketing con tanto di insegne luminose sui concetti chiave. Ogni tanto nel nero astratto del palco, Balasso e Dalla Via vestono i panni di folletti con una gorgiera a metà tra quella della Voce del Padrone e di un attore elisabettiano.
I due calibani di quest’isola noir spiegano che il teatro è immaginazione e forse resistenza alle disillusioni del dio denaro. I due hanno lucidità da vendere e il cinismo dell’uno trova nell’ironia dell’altra una perfetta naturalità. Balasso è densità materica, Dalla Via ha una squillante versatilità. Dal duetto ne esce uno spettacolo intelligente e allegramente caotico, che sbugiarda gli inglesismi e i neologismi della pubblicità, l’ennesimo inganno autorizzato dai guru della rete e dei social. Il gigante di argilla su cui abbiamo costruito le finzioni sociali prima o poi crollerà. Magari sotto a una risata mentre l’industriale Cosmaj evacua come un Ubu le feci del suo cervello. Di sicuro le risate per i provini per lo spot Delusionist sono esilaranti e sono migliori della pillola di Matrix per illudersi che esista un altro mondo. L’unica illusione possibile, dice Balasso guardandoci negli occhi, è quella del teatro. E perché si realizzi occorre sognare. Replica oggi pomeriggio alle 16.