di Rosanna Scardi (Corriere della Sera Bergamo * 21/02/2019)

Usare l’arte della commedia per raccontare la società occidentale con il sorriso, senza farsi prendere dallo sconforto. Natalino Balasso, reduce dall’avventura tv accanto a Celentano, torna a teatro con “Velodimaya”, stasera, in scena al Gavazzeni di Seriate (alle 21, biglietto 25 euro). Il comico usa il concetto che Schopenhauer aveva preso dagli antichi filosofi indiani e che crede nel velo dell’illusione che, posto da una divinità, ci impedisce di vedere la realtà. A trarci in inganno, secondo l’attore, è la conoscenza sbagliata di certe parole.
“Tutti parlano di democrazia, credendo che significhi avere al governo lo specchio di se stessi e così accade che la laurea è un ostacolo per diventare ministro -spiega Balasso-. Ma se io ho bisogno di un comandante per una nave, non mi rivolgo certo a un passeggero. La democrazia va integrata con una serie di regole”. Per l’attore le disparità economiche di oggi sono pari a quelle pre ottocentesche. A dominare sono il mito della ricchezza, l’ambizione alla sistemazione da parte di molte donne, l’assenza di orizzonti non scontati nei giovani. “Le destre economiche hanno creato una classe di lavoratori bovina, che non fa squadra, ma deve competere, in questo modo evitano che si organizzino contro il potere -dice l’attore-. Il consumismo, poi, ci rende delle isole, ordini pacchi su Amazon, non vai più al cinema perché compri un film e lo guardi in tv, ordini il pranzo che ti arriva in ufficio, non ti sposti, né ti relazioni”. Il suo mestiere sta nel far ridere, partendo dalla drammaticità, dagli errori e dai difetti. “Non piaccio a tutti. C’è chi dice che do una brutta immagine dei veneti, quando invece son molto più simpatico di Zaia”, sorride. Nel monologo Balasso citerà anche due famosi discorsi, quasi fossero pezzi di teatro. Il primo, pronunciato da Colin Powell, nella sede dell’Onu, quando dichiarò che c’erano le prove delle armi chimiche in Iraq. “Una falsa verità costruita apposta, ricorda la favola del lupo e dell’agnello di Esopo, serviva una scusa per mangiarselo”, ammette. Il secondo è il discorso del presidente dell’Uruguay, Pepe Mujica, in un simposio mondiale sull’ecologia. “Senza mezzi termini chiarì che, se non si vuole inquinare, è d’obbligo consumare meno, come fanno i poveri, ogni protocollo è una follia”. Ancora sospeso “Adrian”, il cartoon del Molleggiato, flop di ascolti su Canale 5, anche se la versione ufficiale attribuisce la causa ai problemi di salute di Celentano. “Lavorare con lui è sempre stato un mio desiderio, è un puro, possiede lo stupore infantile che si ritrova nei matti. Certo, lo share non era alto, ma non ha importanza. Si sa che la tv, oggi, la guardano solo i vecchi”.