<--- TEATRO

Suggestioni dall’opera letteraria di Luigi Meneghello
Testi di Antonia Spaliviero, Gabriele Vacis, Marco Paolini
Regia di Gabriele Vacis
Scene di Lucio Diana
Scelte musicali di Roberto Tarasco

Libera Nos nasce in forma di spettacolo teatrale nel 1990 come produzione di Teatro Settimo con Marco Paolini e Mirko Artuso.
L’idea e l’opportunità del riallestimento nasce dall’incontro tra lo scrittore vicentino Luigi Meneghello e Natalino Balasso nell’ambito della seconda edizione di “Domande a Dio” a Torino, dove, insieme a Gabriele Vacis furono letti brani dalla sua opera più amata: “Libera Nos a malo”.
Libera Nos, cogliendo la fisicità e la poetica della parola meneghelliana, ripercorre attraverso il dialetto vicentino, ma anche con la raffinatezza della lingua italiana scritta, il lieve e terribile tempo in quel paese della vita che è l’infanzia. Ed è proprio il piccolo paese con i suoi esilaranti e talvolta tragici personaggi, la vita paesana, il duro lavoro, le bande, le bambine poi donne, le zie e gli zii, i matti, i professori, le generazioni che arrivano e quelle che vanno, il vecchio ed il nuovo che si affrontano, il luogo in cui prende vita lo spettacolo.
Il dialetto, per chi lo ha posseduto come prima lingua, è anche il riappropriarsi dell’infanzia come momento centrale per decodificare il senso della vita. Trattato in quanto linguaggio che prima di tutto si vede e si sente, quando si incontra con la lingua scritta del vocabolario, ne scaturisce un delirio comico in fondo al quale si finisce inevitabilmente per scoprire che la scomparsa di certi modi di dire le cose, altro non è che la scomparsa di quelle stesse cose.
Lo spettacolo racconta i momenti fantastici e lievi dell’infanzia, della giovinezza, della crescita, con la consapevolezza di maneggiare, insieme al dialetto ed alla lingua scritta, grammatiche ineluttabili, robe che nessun museo può conservare. Si possono solo nominare, finchè qualcuno le ricorda.