C’è un atteggiamento pericoloso riguardo al successo di Trump. Ho visto due documenti, uno è una dichiarazione di Beppe Grillo che in sostanza dice che Trump è la dimostrazione che i media non riescono a decifrare la realtà e paragona l’inaspettato successo di Trump all’inaspettato successo dei 5 stelle e poi strizza l’occhio a “Pannocchia” dicendo che ora che è presidente diventerà un moderato e non farà i casini che ci si aspetta. La parte che riguarda i media è condivisibile, la simpatia per Trump non è molto giustificata perché abbiamo visto il disastro umanitario combinato dai Bush, ai quali sostanzialmente dobbiamo l’innesco della miccia che sta portando migranti a frotte in Europa. Resta da chiedersi se con la Clinton sarebbe stato diverso ma questo è un altro paio di maniche. A un certo punto Grillo dice che l’elezione di Trump è il più grande Vaffa mondiale al sistema dei media. Questo mi riporta ad un altro documento, questo uscito prima delle elezioni, e cioè quello che è stato scambiato per un endorsement nei confronti di Trump da parte di Michael Moore. Il video di Moore diceva che l’elezione di Trump sarebbe stato un vaffanculo planetario e una molotov che la classe media, non ancora uscita dalla crisi, delusa da Obama, esclusa dall’euforia per la ripresa delle borse americane, avrebbe lanciato contro l’America delle corporazioni. Nei sottotitoli del documento alla fine c’è scritto che Moore direbbe che “sarà bello” e invece sembra che dica “si sentirà bene”, cioè l’ex classe media diseredata voterà Trump e si sentirà bene. Va detto che Michael Moore deve uscire col nuovo film e magari un po’ di pubblico repubblicano gli può far bene.
L’atteggiamento pericoloso, che comunque nelle parole di Moore è ciò che pensa la classe dei “diseredati”, è quello di pensare che “i nemici dei miei nemici sono miei amici”. È il segreto dell’elezione di Berlusconi, del successo di Mussolini, di Putin. Una massa di persone che vota simboli e non comportamenti futuri. Se mi può far ridere il fatto che i sondaggi sbaglino, mi deve anche far pensare che se la gente si vergogna a dire cosa voterà, la gente lo sa che sta per fare una cazzata.
Ma se Trump è così improponibile, se Berlusconi era così improponibile, rivolgerei ai democratici americani la stessa domanda che rivolgo alla sinistra italiana: come siete riusciti a perdere con uno così?
La risposta a questa domanda è ciò che gli intelligenti rappresentanti del corporativismo non vogliono ammettere: non siete riusciti ad essere più proponibili, non siete riusciti ad essere talmente diversi da farvi preferire. Avete continuato a dire alla gente che l’avversario era un pericolo senza riuscire a dimostrare cos’avreste fatto di così diverso.
Non sempre la maggioranza ha ragione, ma è così che funziona la democrazia. In America le cose avvengono anche per la normale fisiologica alternanza al potere che da sempre contraddistingue quel paese, ma a me sembra che le elezioni dei paesi occidentali stiano dimostrando una cosa su tutte: per vincere devi comunque avere i soldi, e questo non è molto democratico. È curioso che Trump venisse definito “milionario” come se la Clinton fosse una proletaria. Certo, anche la Clinton era un simbolo, intanto porta il cognome del marito, ex presidente, e poi è indubbiamente una delle donne più competenti in America sulla politica estera ed economica. Ma forse la media dei pochi votanti americani ha pensato che, dopo un nero, anche una donna sarebbe stato troppo.

A Radio Maria dicono che il terremoto è mandato dal cielo contro le unioni civili. Se è così il cielo ha sbagliato mira, dovevano crollare gli uffici del comune, non le chiese.

Come sanno i miei amici io sono anarchico, non nel senso di Sgarbi, cioè facendosi pagare da qualsiasi potere, ma nel senso che ritengo che il potere sia un retaggio animale che travestiamo con un discorso logico. Ne consegue che non abbraccio dogmi di partito o di ideologie. Perciò non m’interessa in quale settore della scacchiera incasellate ciò che dico, perché io non sono nella scacchiera.
E perciò con quella che altri chiamerebbero onestà intellettuale posso dire che requisire un albergo privato per ospitare rifugiati, quando il sindaco del paese non fa niente per venire incontro al problema, è un modo non di risolvere, ma di acuire il problema.
Ed è un modo per far odiare i rifugiati dalla popolazione.
E non è intelligente.
E non è giusto.
È solo un modo che hanno sindaci senza scrupoli di buttare merda sulla propria stessa popolazione, in modo che codesta odi lo stato e non loro.
Perché non requisite i fabbricati ecclesiastici, ad esempio? Che so, una chiesa, una canonica. Quelli li sovvenzioniamo con l’8 per 1000, gli alberghi no, gli alberghi pagano fior di tasse e sono annichiliti dall’airbnb.

L’uomo voleva stare da solo, nella sua casa al limite del bosco. L’uomo voleva eliminare un fastidio. Quel dannato scoiattolo che entrava in cucina dalla fessura della finestra la mattina, mentre lui preparava la colazione, non riusciva proprio a digerirlo. L’uomo voleva vivere solo, non voleva nessuno intorno, la sua casa aveva sbarre alle finestre e allarmi e telecamere, ma quel dannato scoiattolo insisteva a entrare e a rubargli i biscotti.
Un giorno prese la decisione: seguì lo scoiattolo fin nella sua tana, vide che ce n’erano molte altre e buttò dei petardi nei buchi per terra e dentro gli alberi per farli fuggire. La mattina dopo diversi scoiattoli, spinti dalla fame, entrarono nella sua cucina.
Il giorno dopo comprò un fucile, andò nel bosco e cominciò a sparare a ogni scoiattolo che vedeva, ne uccise tanti. Ma proprio per aver lasciato tanti cuccioli senza nutrimento, la mattina dopo molti più scoiattoli entrarono nella sua cucina e mangiarono molti biscotti e qualcuno di loro nemmeno scappò quando lo vide.
L’uomo allora predispose trappole nella sua casa, per eliminare gli scoiattoli che, ormai era evidente, si stavano sempre più stabilendo negli anfratti del tetto, nei buchi dei muri, persino in mobili che lui non usava più e che se ne stavano ammassati nel garage.
L’uomo chiamò una ditta di disinfestazioni che fece una strage e chiuse tutte le tane visibili nei campi. Ma fu proprio questo a convincere gli scoiattoli sopravvissuti che l’unico luogo sicuro era la casa dell’uomo, vi entrarono in massa ma senza far rumore, facendosi notare il meno possibile, fin quando furono talmente tanti che l’uomo non tentò nemmeno più di attuare tattiche, semplicemente schiacciava con una pentola o qualcosa di pesante quelli che vedeva, o almeno tentava di farlo, perché gli animaletti erano furbi e veloci.
Siccome aveva sempre voluto vivere solo, l’uomo morì solo e gli scoiattoli s’impossessarono della sua casa.

I prodotti di Norcia, il Parmigiano Reggiano, l’Amatriciana. Ma ci vogliono i terremoti per schiodarvi da quel cazzo di Mc Donald?

Se è vero che ad ogni notizia di rifiuto di ospitare profughi ci si indigna, è anche vero che dal giorno dopo non si fa un cazzo per affrontare un problema che non è affatto risolto. I comuni più stronzi rifiutano e buttano la gente come immondizia nei comuni limitrofi che hanno l’unico torto di avere accettato. Il business delle cooperative presto diventerà necessario e spingerà sulla condanna del razzista per creare nuovi disagi.
A parte i coglioni che dicono “ospitali a casa tua”, che sarebbe come rifiutare le cure ospedaliere a un malato dicendo “curatelo a casa tua, non con le mie tasse”, cosa che, peraltro, talvolta avviene; a parte i coglioni che dicono che gli diamo 40 euro al giorno, e invece noi non gli diamo proprio un cazzo perché sono fondi destinati dall’Europa per chi ospita i migranti, quindi alle strutture, mentre i migranti percepiscono 2,50 euro al giorno e campateci voi se ci riuscite; a parte la razionalizzazione della propria grettezza (“rifiuto di aiutare un poveraccio perché ho dei problemi” andrebbe tradotto con “rifiuto che il mio paese aiuti un poveraccio perché voglio che nulla cambi nel mio orizzonte quotidiano”), quello che Laborit chiamava il “discorso logico per giustificare l’irrazionale”; c’è un reale problema di organizzazione dell’accoglienza. Problema che non si risolve ammassando i migranti in grosse strutture, ma distillandoli nel territorio. È chiaro che non si può buttare sul prefetto la responsabilità all’ultimo momento, prefetto il quale tenterà di convincere i sindaci, i quali hanno il problema della campagna elettorale permanente.
Ma se io vivo in un paese in cui uno che ha avuto un incidente vede arrivare l’ambulanza che lo porta al pronto soccorso, vorrei anche vivere in un paese nel quale le strutture per ospitare i migranti ci sono, ci si ha già pensato e non bisogna ogni volta organizzarsi all’ultimo momento.
Plaudiamo ad un imprenditore che mette i soldi per ricostruire un’enorme chiesa che non ha mai dato ospitalità a nessuno e poi facciamo le barricate contro la miseria degli altri, siamo confusi, affrontiamo un tema di portata epocale con gli strumenti degli ultimi pirla sulla terra.
E così come abbiamo fatto per i nomadi e non hanno fatto molti altri paesi, creiamo ghetti pronti a esplodere alla prima stronzata. 4 profughi ogni 1000 persone, questo è il rapporto, fossero divisi in piccole strutture di 6-8 persone nemmeno si vedrebbero. E se non hanno niente da fare perché non coinvolgerli con lavori di volontariato? Lavori che magari abbellirebbero i comuni, aiuterebbero i residenti in difficoltà e le persone che abitano un territorio, non che hanno un cazzo di cognome, diventerebbero forse realmente comunità. Ti ospito in qualità di naufrago nella mia nave e tu ti unisci ai lavori della nave, logico, con meno tensioni e con meno rancore. Con un patto chiaro. Ma tutto questo deve essere organizzato e organizzare non significa stanziare dei soldi, significa lavorare con intelligenza, questo dovrebbe essere il lavoro del politico, ma da quando abbiamo deciso che la politica è gestione dell’economia, da quando abbiamo deciso che l’unico compito del politico è stabilire a chi vanno i soldi, non si richiede più intelligenza per essere un politico.

Prima di adulare i politici o infamare i politici a causa del terremoto, ricordatevi quello che si diceva nella serie inglese House Of Cards (1972): “Ogni disgrazia è un servizio fotografico gratuito”.