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Fare un film in 3 persone, le quali si occupano di tutto, dalla scrittura della sceneggiatura, alla realizzazione delle scene, alle riprese, alla recitazione e all’interpretazione dei personaggi, al montaggio, alla realizzazione delle musiche e dei costumi, al trovarobato, è quasi eroico per chi lo fa, quasi impercettibile per lo spettatore, il quale si trova comunque di fronte ad uno dei tanti film che vede e che, volente o nolente, compara con altri film prodotti con milioni di euro di budget e un centinaio di persone che se ne occupano. Eppure la modalità artigianale, un po’ naïve, la povertà delle scene e i costumi improvvisati, l’impronta sanguignamente grottesca dei personaggi, finiscono per determinare lo stile stesso del film. Gli addetti ai lavori potranno riconoscere segni per le posizioni degli attori, piantane dei fari e cavi, sdoppi che sono lasciati in campo a dipingere non una storia, ma un film primitivista e orgogliosamente dilettantistico che traduce il divertimento in storia. Lo stile di scrittura di Balasso è riconoscibile non solo nella veneticità delle espressioni, ma anche nelle due trame contemporanee, delle quali una spiega l’altra e finisce per mescolarsi con essa. Il riferimento principale è chiaramente il Faust (soprattutto quello di Marlowe) e le due trame sono impressionate dal libro di Adalbert von Chamisso ”L’uomo senz’ombra” (e i conseguenti film, uno muto di Stellan Rye, intitolato ”Lo studente di Praga”; e un film sonoro dallo stesso titolo, di Arthur Robinson, del 1935) e dall’opera di Calderon De La Barca, intitolata ”La vita è sogno”.

In questo film Natalino Balasso interpreta 21 personaggi, Marta Cortellazzo Wiel ne interpreta 15, la regia è collettiva sotto lo stendardo del mitologico regista Nathaniel Basso, le musiche sono strimpellate dai così detti Cugini di Balasso e tutto è ostinatamente portato avanti al caldo dell’agosto del 2022 nelle campagne di Castelnuovo Rangone; per poi essere montato e finito nel solito garage di Castelvetro.

Una dichiarazione del regista Nathaniel Basso: ”cercavamo una location che mostrasse nel dettaglio l’intenzione della sceneggiatura, che è quella di significare una cultura che cade a pezzi, un dialogo tra sordi. Anche gli interni dovevano quindi essere ”scrostati” come la comunicazione tra umani di questo periodo che viene chiamato ”social”, ma che è così poco sociale”

Ecco una trama molto sintetica per non perdersi trale 1000 vicende del film: Quando la giornalista d’indagine Gioia Dark vede Baldus per la prima volta, se ne innamora a prima vista, ma non ha il coraggio di svelarglielo. Baldus le confessa che vorrebbe fare il giornalista d’assalto e Gioia, nonostante lo trovi un po’ superficiale, è disposta ad insegnargli il mestiere. In realtà Baldus vuole solo diventare famoso e conquistare la bella cantante Fiona Mauler, che è figlia di un ambiguo imprenditore. Un enigmatico benefattore di nome Rasputin corre in soccorso di Baldus per fargli conquistare la bella cantante; vuole però qualcosa di suo in cambio. Baldus non possiede nulla di valore e accetta volentieri. Gioia sfoga le sue delusioni amorose scrivendo romanzi di fantascienza, ma i suoi personaggi varcano la soglia del reale. Cosa voleva Rasputin? quando Baldus lo scopre, è troppo tardi. Non finisce benissimo.

I tre avventurieri di questa storia sono Simonetta Vacondio (che non ama comparire), Marta Cortellazzo Wiel, Natalino Balasso.

Il film si trova in abbonamento nel circolo Balasso

Le fotografie di questa galleria sono di Simonetta Vacondio